Una delle sfide più grandi per un'azienda è data dalla collaborazione lavorativa con un’organizzazione non commerciale e, assieme ad essa, dover raggiungere ogni obiettivo stabilito solitamente con un budget ridotto, inferiore spesso a quello necessario.
Ma non per questo l’impresa è impossibile.
Il trucco?
Una grande dose di organizzazione, ottimizzazione, capacità di ascolto e mente aperta.
Parliamo perlopiù della collaborazione con associazioni, vere e proprie attività no profit svolte senza scopo di lucro, decisamente diverse dalle classiche aziende con cui spesso si lavora.
È vero, gli ostacoli che incontrerai potrebbero essere tanti, ma raggiungere gli obiettivi prefissati trovando le giuste soluzioni e superando ogni intoppo ti darà grandi soddisfazioni.
Negli anni ci siamo ritrovati più volte in tali situazioni e, ogni volta, siamo sempre riusciti a trovare la quadra e a portare a termine ogni grande e piccola richiesta (sì, persino sbagliando talvolta: ma è così che s’impara, no? Cadendo e rialzandosi di nuovo!)
Perciò abbiamo deciso di condividere con te 5 buoni consigli più un bonus per una collaborazione realmente efficace con un'associazione.
Esatto:
Il primo consiglio consiste proprio nell’identificare gli obiettivi comuni prima ancora di dare il via al lavoro. Entrambe le parti – l’azienda e l’associazione – dovrebbero essere sempre d’accordo su ciò che si vuole raggiungere insieme, come si intende farlo e quali sono i tempi prefissati.
Definire ciò fin da subito ti aiuterà non solo a far sì che tutti siano sempre allineati sugli obiettivi, ma anche a non perdere soldi e tempo su iniziative lontane da essi.
La comunicazione, si sa, è alla base di ogni rapporto – persino quello lavorativo – eppure spesso è fin troppo sottovalutata, così come un ascolto attento.
Un elemento essenziale per una buona riuscita, invece, si instaura proprio così: comunicando i propri obiettivi e le proprie aspettative derivanti dalla collaborazione, concordando con chiarezza le risorse che è possibile mettere a disposizione e ascoltando ogni opinione, ogni persona e ogni dubbio.
Solo così sarai in grado di avere un quadro completo per poi andare a definire tutto ciò che potrai e non potrai fare (o, per lo meno, non per il momento!).
Tieni sempre a mente che le associazioni sono organizzazioni autonome, ciascuna con obiettivi e valori ben precisi e, al tempo stesso, modalità di lavoro definite da tempo alle quali ogni membro è ben abituato. Una delle cose peggiori che potresti fare, in questi casi, è imporre decisioni, idee e nuovi metodi.
A nessuno piace l’imposizione, a prescindere dall’ambito in cui ci si trovi.
Ecco che ritorna il punto 2 anche qua! Ascolta l’approccio lavorativo dei membri e, se pensi che un nuovo metodo possa rendere il loro operato più efficiente e ridurre eventuali tempistiche, esponilo come possibilità di cambiamento mostrandone i pro e i contro e permettendo a ognuno di loro di osservare fisicamente ciò che stai proponendo.
Chiediti: hanno le competenze per eseguirlo anche loro? Quali ostacoli potrebbero incontrare? Quali fattori potrebbero portarli a dire di no? Cerca di trovare una risposta e una soluzione ad ogni domanda prima ancora di presentare il tutto e ricordati: non forzare mai nessuno.
Ah, la sana collaborazione!
Il coinvolgimento dei membri è importantissimo per una buona riuscita del lavoro a lungo termine.
Ciò ti consentirà di collaborare al cambiamento in corso senza sentirti mai lasciati indietro. Inoltre, ti permetterà di scoprire le competenze di ognuno di loro e conoscerli come veri e propri colleghi.
Valutare” e “monitorare” dovrebbero essere i due verbi da tenere sempre a mente.
Fare una valutazione costante della collaborazione può aiutare a far sì che entrambe le parti restino sempre ben allineate non solo sugli obiettivi (ed ecco che ritorna il punto 1!) ma anche ad affrontare al meglio ogni problema e ogni sfida futura.
E il bonus?
Non ce lo siamo scordati, non ti preoccupare!
Il consiglio bonus è quello di non dimenticare mai che le associazioni, essendo attività non a scopo di lucro, hanno dei budget ben precisi da rispettare che possono essere più o meno ampi in base alla grandezza dell’organizzazione: più sarà piccola, più il budget rischierà di essere ridotto.
Eppure, anche con risorse più limitate, spesso sarà necessario raggiungere grandi obiettivi.
Come fare, in questo caso?
Il trucco – seppur non si tratti di magia – consiste nell’essere in grado di vagliare ogni possibile soluzione, ogni strada alternativa che porti allo stesso obiettivo.
E fidati, ce ne sono sempre.
Mente aperta, mi raccomando!
I casi studio, la maggior parte delle volte, aiutano tantissimo a uscire dalla teoria e ad entrare nella realtà dei fatti.
Perciò abbiamo pensato di raccontarti brevemente i punti salienti della nostra esperienza con AIGeDO (Associazione Italiana di Gnatologia).
Collaboriamo con loro dal 2016 e, quando l’abbiamo conosciuta, era una delle numerose associazioni non digitalizzate.
A tal proposito vorremmo aggiungere un consiglio dato proprio da questa nostra esperienza: ogni cambiamento richiede tempo.
Nel nostro caso ci sono voluti ben cinque anni per arrivare al punto di digitalizzazione in cui AIGeDO si trova attualmente.
Piano piano, mattoncino dopo mattoncino, senza mai forzare né spostare il focus su cose che non erano di loro interesse ma, al tempo stesso, ascoltando e consigliando costantemente.
Potrà sembrarti un lavoro di consulenza (e, certe volte, lo sarà davvero) ma, del resto, anche questo spesso fa parte di una buona collaborazione!
Cos’abbiamo fatto con loro in questi anni?
Abbiamo realizzato dei software customizzati, cuciti sulle specifiche necessità, per la gestione delle iscrizioni riducendo immensamente le tempistiche rispetto a quando, ognuna di esse, veniva inserita manualmente.
Abbiamo dato vita al sito web, ai Social e alle newsletter. Abbiamo studiato un mood grafico in grado di rappresentarli al meglio, elaborato il Tone of Voice e le strategie, continuando a gestire di anno in anno tutti i canali attivi.
Gli intoppi sono stati numerosi, come in ogni lavoro, a partire dal budget fino ad arrivare al cambio di presidenza dell’associazione ogni due anni (vi immaginate collaborare un’azienda che cambia titolare con tale frequenza?).
Eppure, tutti assieme, abbiamo raggiunto ogni punto prefissato e, tutt’ora, continuiamo a farlo.
Collaborare resta, in ogni caso, il punto chiave di ogni cosa!
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